Cosa Fa l’Operatore Culturale

Negli ultimi anni in diverse città è possibile iscriversi a corsi di specializzazione per diventare operatori multiculturali, figura professionale nota anche come mediatore culturale.

Ma di cosa si occupa in concreto questa nuova figura professionale?

Il suo compito consiste principalmente nel favorire l’integrazione tra persone appartenenti a culture diverse. Lo scopo è duplice: supportare l’immigrato appena giunto in Italia diventando una sorta di punto di riferimento e, allo stesso tempo, favorire l’accettazione dello straniero da parte del paese ospitante aiutando ad esempio i datori di lavoro nel gestire risorse provenienti da aree geografiche differenti ed inserirle ed integrarle nella comunità locale.

Oltre ad una conoscenza basilare dell’area linguistica degli immigrati, occorrono quindi competenze tecniche specifiche. I mediatori culturali sono esperti di tecniche di comunicazione e degli strumenti più efficaci per diffonderle; conoscono le realtà di appartenza dello straniero (usi, costumi, tradizioni…) ma anche il contesto in cui l’immigrato si inserirà. Questo comprende ad esempio la conoscenza della legislazione italiana in materia di immigrazione, l’offerta nazionale di servizi di assistenza, sanitari, scolastici rivolti agli immigrati e delle opportunità lavorative presenti sul territorio.

In concreto l’operatore mutliculturale offre una prima accoglienza per l’immigrato fornendogli indirizzi utili per muovere i primi passi nella nuova realtà. Lo seguirà quindi nelle varie fasi di inserimento facilitandolo ad esempio nella ricerca di un lavoro o nell’usufruire dei servizi offerti dalla città di residenza.

Quella del mediatore culturale è certamente una professione emergente e destinata a una rapida crescita all’interno di una società sempre più multetnica. È quindi importante che il suo ruolo ottenga un riconoscimento ufficiale ma anche che chi decide di intraprendere questa nuova professione lo faccia spinto da motivazioni forti, da un reale interesse per le diversità e da una paziente capacità di ascolto e di risoluzione dei problemi più disparati.

Inoltre, indica chiaramente la fase di cambiamento profondo del territorio italiano ed in particolare delle grandi città: rendere quella che prima era un’attività delegata al volontariato ed alle associazioni una vera e propria professione, con studi e competenze, è un passo avanti in una società che deve imparare a convivere e pensare in maniera globale.