Dobbiamo pagare il canone Rai anche quando in casa non abbiamo televisori?
Pareti, pavimenti, balcone, servizi igenici, finestre, infissi vari ma neanche l’ombra di un piccolissimo schermo. Ma allora per quale motivo la Rai manda il bollettino per eseguire il pagamento dell’abbonamento del canone televisivo?
Un mio amico ha un appartamento senza televisioni (lo so sembra strano in una società in cui la gente ogni giorno si rincoglionisce ore ed ore davanti lo schermo). Questa mattina nella sua cassetta delle lettere c’era appunto l’avviso di pagamento con su scritto:
Le comunichiamo, per conto dell’Amministrazione Finanziaria-Sportello Abbonamenti TV, che il Suo nominativo, all’indirizzo su indicato, non risulta presente negli elenchi abbonati alla televisione
e ci credo, no ha la TV. Ancora:
la nostra società, sempre per conto dell’Amministrazione Finanziaria-Sportello Abbonamenti Tv, desidera ricordarle che la detenzione di uno o più apparecchi televisivi comporta per legge (art. 1 R.D.L. 246/1938 e art. 27 L. 223/1990) l’obbligo di corrispondere il canone di abbonamento alla televisione e che la violazione di tale obbligo è punita con una sanzione pecuniaria.
Ed io ripeto nuovamente: «Non c’è nessuna Tv in quella casa!».
Sempre sulla lettera:
Le ricordiamo che il canone televisivo ha natura giuridica tributaria di imposta, come affermato sia dalla Corte Costituzionale (sent. 26 giugno, n.284 e sent. 12 maggio 1988, n.535) sia dalla Corte di Cassazione (sent. 3 agosto 1993, n. 8549): pertanto l’Amministrazione Finanziaria potrà procedere a verificare la Sua posizione rispetto all’obbligo di pagamento del canone, come previsto dalle vigenti disposizione di legge.
Oh, ecco bravi venite e verificate voi stessi la totale assenza di un televisore all’interno di quella casa. Magari vi offre un caffè.
Sostanzialmente, per non pagare, bisogna scaricare questo modulo autocertificazione canone Rai da Autocertificazioni.net e inviarlo all’indirizzo Agenzia delle entrate – Ufficio Torino 1 – Sportello abbonamenti TV – Casella postale 22 – 10121 Torino.
Codici di legge a parte, chiedere pagamenti in questa maniera è una vera e propria estorsione di denaro.
Già il fatto di chiamarlo “abbonamento” è una grande truffa, perché da quello che si evince nella lettera dobbiamo pagare una tassa di proprietà su un oggetto regolarmente acquistato con i nostri soldi.
Allora chiamatelo bollo, proprio come nelle auto, ma non abbonamento.